Questo è il primo articolo del mio nuovo blog, e ho voluto iniziare proprio con un elemento generale della sartoria: gli strumenti utilizzati.
Sono passati i secoli, sono cambiati i materiali impiegati per la confezione e decorazione degli abiti e degli arredi in stoffa, sono cambiati anche i gusti della moda. Però possiamo chiederci: e gli strumenti utilizzati per lavorare questi oggetti? Come si sono evoluti nel tempo? Vediamo alcune categorie…
(ovviamente questo non vuole essere un testo esaustivo sul tema, ma solo un piccolo approccio iniziale)
AGHI
Gli aghi possono essere di svariati materiali: punteruoli in osso, corno, lisca di pesce, legno e avorio per i preistorici; sempre nei tempi antichi nasce poi la cruna. In seguito (epoca storica) abbiamo aghi di bronzo, argento e oro (degli aghi d’oro sono stati trovati nelle sepolture sassoni). Nel XIV° secolo circa gli arabi introducono gli aghi di acciaio in Europa.
La Germania era nota per la bontà dei suoi aghi in ferro; ancora nel XVI° secolo l’Inghilterra importava aghi da cucito dalla Germania.
Oggi usiamo quasi esclusivamente aghi in acciaio, di varie misure, da usare a mano o all’interno di macchine da cucire, con o senza punta, utilizzabili anche per realizzare dei merletti (tipo il chiacchierino ad ago). La forma è però rimasta a grandi linee abbastanza invariata nei millenni.
PORTAAGHI
Spesso gli aghi erano conservati e trasportati in appositi astucci, da appendere o meno, di varie forme e materiali.
A questo riguardo una menzione a parte merita la “chatelaine”: con questo termine si indica una cintura composta da catene, a cui venivano appesi gli strumenti utili per le faccende di casa; vi si appendevano chiavi, orologi, decorazioni e, ovviamente, accessori per il cucito (forbici, ditali, portaaghi, ecc….). Il suo uso si è diffuso soprattutto nella seconda metà del XIX secolo, anche se se ne trovano tracce già a partire da parecchi secoli prima.
aghi preistorici in osso
aghi medievali conservati presso il Castello di Norwich
portaaghi in cuoio e seta, 1398
chatelaine da cucito americana, 1890
DITALI
Erano usati fin da tempi molto remoti (ne hanno trovati anche negli scavi di Pompei).
Nel Trecento i ditali erano principalmente in ottone e bronzo, siamo sotto forma di ditale completo di calotta, che sotto forma di anello; venivano fabbricati in due maniere:
A fusione del ditale o dell’anello completo
A battitura dalla lamiera di pezzi preformati (calotta e anello).
A partire dal XVI° secolo vedremo poi arrivare la tecnica dell’imbutitura (ossia, da un disco di metallo formare il ditale in varie fasi). Prima ciò non era possibile, in quanto l’imbutitura richiede una composizione particolare del metallo, che prima non era ottenibile (una percentuali di zinco sbagliata nella lega non permette la realizzazione del pezzo).
Non di tutti i ditali ci sono rimasti i pezzi originali. Ad esempio nel caso del ditale di Tannenberg (che prende il nome dalla città dove è stato rinvenuto, rasa al suolo nel 1399) vediamo una calotta più appuntita e una zigrinatura forata; ma il pezzo è stato distrutto nel rogo del museo di Darmstadt dove era conservato fino alla Seconda Guerra Mondiale, e quindi ne abbiamo solo più delle raffigurazioni.
FORBICI
Le forbici utilizzate erano le stesse usate dai sarti. Erano di due tipi: quelle di forma simile a quelle usate oggi, e quelle di forma più simile a quelle usate in epoca romana (del tipo che oggi viene ancora usato per tosare le pecore).
ditali medievali
ditale in oro con incisione, 1880
forbici medievali conservate presso il Museo di Londra
METRO
sul tavolo: metro medievale (XIV secolo)
metro di metà Ottocento
MACCHINE DA CUCIRE
È la meccanizzazione di un movimento manuale che uomini e donne hanno fatto per millenni, sempre uguale. La macchina da cucire è veloce, precisa e comoda; alcuni lavori però richiedono di essere fatti a mano ancora oggi; stiamo parlando di lavori di fino, come l’applicazione di ricami particolari, le rifiniture dei capi eleganti o altri lavori di questo genere.
Le macchine da cucire nascono tra la seconda metà del Settecento e la prima metà dell’Ottocento (ci sono controversie riguardo ai brevetti) e inizialmente erano a manovella; si è poi passati al pedale (lasciando entrambe le mani libere di tenere e guidare il lavoro) e infine all’aggiunta dell’elettricità. Alle macchine da cucire domestiche si sono poi affiancate le grandi macchine industriali e le tagliacuci.
macchina da cucire a collo di cigno, 1876