Il termine deriva dal francese “aumône” (elemosina) e indica delle piccole borse che i ceti elevati usavano già nel periodo medievale per portare con sé degli spiccioli, spesso da dare ai poveri all’uscita alle chiese (da qui, il nome, traducibile grossolanamente con “elemosiniera”).
Si tratta di sacchetti piccoli e preziosi, spesso ricamati, che venivano portati appesi alla cintura.
Di foggia simile troviamo le borse-reliquiario, usate sempre dai ceti sociali molto alti (in questo caso però, per portare con sé le reliquie dei santi, molto diffuse nel periodo medievale).
In epoche molto più recenti vediamo nascere (con scopo simile) le “reticule”; si tratta ancora di borsette di materiali fini (lino, seta) molto decorate e ricamate e dalla forma che ricorda molto un “sacchetto”.
Vediamo alcuni reperti:
Francia, 1340
conservato ad Amburgo, presso il Museum fuer Kunst und Gewerbe (Inv. 56,137)
dimensioni: 16×14 cm
materiale: lino, ricami in oro e seta
Francia, 1346-1355
conservato nella Cattedrale di Xanten (in Renania), presso il Stiftsmuseum und Domschatzkammer
dimensioni: 35×31 cm
materiale: lino, ricami in oro e seta
Vediamo alcune rappresentazioni grafiche del loro utilizzo:
Codex Manesse, prima metà del XIV° secolo
alle spalle della Vergine d’umiltà, di Niccolò di Buonaccorso (Siena, 1380-1385)
Tacuinum Sanitatis, fine XIV° secolo